Dopo che il referendum sull’ipotesi di accordo siglata il 16 luglio scorso ha decretato la vittoria del NO (52%), la FISTel CISL prende atto della determinazione delle Lavoratrici e dei Lavoratori della RAI, ponendo al centro della discussione quanto emerso dalla consultazione.
Il risultato ottenuto nel rinnovo del CCL RAI è stato frutto di una trattativa che non ha previsto azioni di sciopero, vissuta in velocità per poter arrivare ad un rapido esito definitivo – prima dell’insediamento del nuovo CDA, e durante la quale la RAI ha posto un problema di sostenibilità sugli importi dei minimi e sui tempi di erogazione che il sindacato, unitariamente, ha creduto che potesse essere soddisfacente.
Aumentare i minimi salariali, come hanno chiesto i lavoratori, non può prescindere dal tener conto del problema della sostenibilità aziendale, del contesto economico e finanziario della RAI.
Per il prossimo anno mancheranno 430 milioni di euro (l’equivalente del taglio stabilito di 20 Euro di canone RAI), senza alcuna certezza di averli nella legge di stabilità o di recuperarli dalla fiscalità generale.
Oltre al rinnovo del CCL RAI, c’è da riflettere su quale sia il futuro della RAI, perché il problema, oltre che essere quello di dare incrementi salariali adeguati al lavoratori, sarà quello di dare un futuro certo ai lavoratori della RAI.
Ai Lavoratori la FISTel CISL chiederà di partecipare alla mobilitazione e a tutte le iniziative (presso il Ministero competente e la Commissione di vigilanza) necessarie per ottenere garanzie finanziarie ed economiche, per dare un futuro alla RAI e ai suoi lavoratori, per dare sostenibilità concreta al suo ruolo di concessionaria del servizio pubblico.
La FISTel CISL chiede ai vertici RAI un cambio di passo: per ottenere un rinnovo del CCL soddisfacente, ma anche l’efficientamento delle risorse economiche e finanziarie (appalti e collaborazioni esterne) ed una concreta valorizzazione del capitale (professionale) umano delle risorse interne (Autori – Registi) ; chiede, inoltre, di superare quelle criticità che sono state tra i motivi dell’insoddisfazione trapelata nelle assemblee e decretata con il referendum.
Al Cda che si insedierà nel prossimo futuro chiediamo: di dare concretezza e valorizzazione delle Sedi regionali (presidio di servizio pubblico); ai CPTV investimenti, formazione e organico adeguato; nelle unità produttive e di Staff-Editoriale, dove è arrivata la protesta più forte, oltre agli incrementi di organico, una gestione del personale che tenga conto dei titoli e delle professionalità specifiche (EDITORIALE, STAFF, PRODUZIONE lV e RADIO); e di superare, infine, i diversi problemi che sono emersi durante le assemblee.
Nell’ambito del Cda attuale ci domandiamo quale sia stato il valore aggiunto del Consigliere scelto tra i lavoratori, che dopo aver votato a favore dell’approvazione del piano industriale. sosteneva dalle interviste e dai suoi post sui sodai di aver ricevuto rassicurazioni in Cda sulle poste destinate al rinnovo del CCL: “ho chiesto ed ottenuto rassicurazioni in merito agli accantonamenti di risorse necessarie per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro di tutti i dipendenti“.
Dell’azione del Consigliere di amministrazione scelto tra i lavoratori, che aveva avuto rassicurazioni in merito agli accantonamenti di risorse necessarie per il rinnovo dei contratti collettivi di tutti i dipendenti, non vi è stata alcuna traccia di interventi tesi a far garantire quanto ottenuto in Cda.
Ma nel caso ci fosse stato un intervento, lasciateci dire che è stato del tutto inconsistente.
La vendita delle azioni di RAI WAY, potrebbe indebolire l’azienda, poiché la stessa porta alla società capogruppo da sempre degli utili. Quindi potrebbe essere solo un’operazione per far cassa visto l’indebitamento in RAI importante, anche se al momento sembrerebbe sostenibile, sarà importante capire lo scenario futuro industriale del comparto. Una eventuale fusione con altre aziende del settore, così come dichiarato da tempo, che possa dar vita ad un gestore unico dei segnali radio televisivi, è una scelta politica su cui si può discutere, ma per noi sarà fondamenta le se dovesse nascere una nuova azienda, che la governance rimanga sotto il controllo pubblico.
Allo scenario di RAI Way si aggiunge un piano immobiliare (decennale) che porterà alla casse della RAI 300 milioni di euro: insomma, tra la vendita di azioni di RAI WAY ed il saving del piano immobiliare, la RAI cerca di far fronte, con le proprie forze, alla sostenibilità economica, industriale e tecnologica, nonostante l’indebitamento di circa 600 milioni di euro.
La FISTel CISL,per garantire un rinnovo del CCL RAI soddisfacente, non può che chiedere che si superi il problema dell’incertezza delle risorse economiche e finanziarie. E oltre a dover tenere degli ascolti importanti per la raccolta pubblicitaria, la sfida più grande sarà quella di far ritornare la Rai ad essere un’azienda amata dai cittadini, attraverso programmi di qualità (di informazione, approfondimento e di intrattenimento) che la qualifichino come la più grande industria culturale del PAESE.
Roma, 26 luglio 2024
La Segreteria Nazionale FISTeL CISL