Nonostante i dati del 2023 mostrino una leggera controtendenza rispetto al calo costante dei ricavi degli ultimi 5 anni, il settore delle TLC e l’intera filiera non ci regalano certo un quadro di tranquillità per il futuro industriale e occupazionale dello stesso.
Il 2023 ha rappresentato l’anno di start up vero della trasformazione digitale e l’avvento dell’intelligenza artificiale ha determinato e determinerà negli anni a venire un riassetto organizzativo ed un cambio strutturale di tutte le aziende del settore a partire dalle stesse Telco. La separazione della Rete dai Servizi di Tim e la nascita di Fibercop a Luglio 2024 rappresenta il paradigma di un mondo industriale che ha dato definitivamente addio al mondo delle Telco che abbiamo sempre conosciuto. La stessa acquisizione di Vodafone da parte di Fastweb e il tentativo poi fallito, di Wind3 di cedere la Rete al fondo EQT, rappresentano il tentativo di ricostruire un’architettura dell’industria delle Telecomunicazioni che, possa trovare la chiave di volta, per la creazione di nuovi servizi e la generazione di nuovi ricavi per uscire dalla compressione del mercato.
Purtroppo se da un lato è chiara la linea di partenza per dare discontinuità ad un modello che negli ultimi 15 anni ha bruciato 1/3 del valore di settore, dall’altro non si percepisce, in alcuni casi non si comprende o peggio ancora restano sconosciuti i punti di atterraggio di questi nuovi modelli industriali che nascono dalla composizione e scomposizione delle vecchie Telco.
Chiaro il percorso intrapreso da TIM dopo la separazione con l’alleggerimento del debito e la strategia di mercato che punta sui servizi alle imprese (Cloud, Cybersecurity, l’IoT, etc..), TIM Brasile, Entrrprise, di converso mancano ancora le verifiche di piano industriale sul futuro di Fibercop e Fastweb-Vodafone dopo le operazioni industriali/finanziarie.
I riassetti di queste aziende non sono stati ancora metabolizzati dai lavoratori, intanto si punta a dare messaggi sbagliati di discontinuità a tutti i livelli aziendali, con grande perplessità e sconcerto dei lavoratori sulla perdita dell’ identità aziendale e delle stesse competenze individuali. A nostro modesto parere non c’è la valorizzazione dei lavoratori in questi complessi processi di cambiamento e si rischia il fallimento degli obiettivi prefissati.
In questo contesto l’evoluzione delle nuove piattaforme, dell’intelligenza artificial determineranno un orientamento verso la ricerca di professioni che traguardino al machine learning, alla Cybersecurity, ai data protection, ai Big data analitics, che possono rappresentare un redditizio valore aggiunto al tradizionale mercato delle TLC, ma con un limite concreto causato dalla mancanza di adeguate professionalità.
Per tale motivo sarà sempre più importante procedere con la formazione continua per un recruiting interno alle aziende dove possibile, sapendo che ciò non sarà sufficiente per trovare le risorse idonee alle nuove professionalità così come resta difficile reperirle nel mercato esterno. Va istituito un tavolo tra Asstel, Governo, Sindacati e Aziende per avviare una formazione mirata attraverso la collaborazione tra scuole, università accademy, con fondi pubblici e privati per soddisfare le esigenze professionali necessarie al progetto inderogabile dell’Italia Digitale. Colmare i ritardi sulla digitalizzazione, i ritardi sui piani del pnrr, i ritardi sulla implementazione della fibra, i ritardi sulla connessione della fibra agli utenti deve essere un impegno comune di Governo ed Imprese e parti sociali se vogliamo fare il salto verso gli obiettivi del 2030 e puntare a rimanere tra i paesi con il maggior tasso di innovazione.
Il 2022 e il 2023 hanno rappresentato anche un anno difficile dal punto di vista della crescita inflattiva e a tal fine, dopo un ulteriore anno di attesa, è necessario affrontare con determinazione il rinnovo del CCNL delle TLC.
Le aziende in questi anni, nonostante la riduzione dei ricavi, hanno continuato ad investire circa il 26% degli stessi, pari a 7mld di €, in infrastrutture e servizi, gran parte degli investimenti interessano quelli di Rete, nel contempo siamo molto delusi ed allibiti che ad oggi, nella legge di bilancio, non sia stato deciso di far contribuire le grandi OTT (Over The Top) agli investimenti infrastrutturali per l’aumento della capacità di banda che interessa la trasmissione dei contenuti, ma piuttosto si sia preferito andare nella direzione di un aggiornamento della web tax con una tassa del 3% calcolata sul fatturato senza limiti e non sui ricavi, a nostro parere rischiando di penalizzare le piccole e medie imprese che devono contribuire alla digitalizzazione del Paese.
In questo contesto tecnologico in piena evoluzione anche la filiera delle tlc progredisce in una organizzazione del lavoro che deve ampliare sempre di più il suo perimetro di rappresentanza verso il mondo dei servizi digitali e che quindi richiede una massiva e profonda formazione continua tramite reskilling ed upskillink, nonché la ricerca di nuove competenze.
In questo quadro si cala la scelta di stipulare l’accordo sul fondo bilaterale di solidarietà che per essere operativo necessità di una contribuzione pubblica.
Nei cambiamenti degli assetti organizzativi delle aziende assume sempre maggiore centralità lo smart working come strumento di equilibrio tra produttività e flessibilità sul bilanciamento vita lavoro. Troppe aziende stanno pensando ad un modello restrittivo che mostra poca lungimiranza, il CCNL deve assumere questo strumento di organizzazione del lavoro come modello strutturale.
Per favorire l’uso di questo strumento bisogna anche ripensare all’organizzazione del lavoro ed adottare buone pratiche per coniugare lavoro da remoto e produttività.
I CRM/BPO sono una parte fondamentale della filiera delle TLC, bisogna mettere in campo tutti gli sforzi possibili per tenerli legati alla filiera e sviluppare politiche di riconoscimenti salariali e professionali senza pregiudizi a partire dalla contrattazione di secondo livello.
Bisogna avere la consapevolezza che se le parti, Asstel e OO.SS. non trovano degli interessi convergenti il CCNL si scomporrà in diverse filiera con il definitivo superamento della rappresentanza.
LA SEGRETERIA NAZIONALE
Roma, 6 novembre 2024