In queste ore ci risulta un certo attivismo di una minoritaria associazione che rappresenta una piccola parte dei

call center in outsourcing.

In particolare, veniamo a sapere di lettere già predisposte per il cambio di contratto da inviare se non

ravviseranno “chiari ed inequivocabili segnali di svolta nelle posizioni delle OO.SS. ” riguardo la Piattaforma

confederale per il rinnovo del CCNL delle TLC che questa minoritaria associazione giudica del tutto irricevibile.

Irricevibile a nostro avviso è il metodo che questi signori pensano di poter imporre al nostro settore: o si fa

quello che dico io o me ne vado. Senza contare che la Piattaforma in questione ha ricevuto il parere

plebiscitariamente favorevole delle migliaia di lavoratrici e lavoratori, anche delle aziende di questa piccola

organizzazione, con i quali il Sindacato Confederale si è confrontato in centinaia di assemblee.

Dal 2007 abbiamo cercato con fatica di portare regole in un mondo dove non ve ne erano, a partire dal

rapporto con la committenza che ha spesso sfruttato le divisioni interne al mondo degli outsourcer per

imporre massimi ribassi e, in generale, condizioni che difficilmente collimavano con le sacrosante richieste di

crescita dei lavoratori. Un percorso difficile, con molte vittorie e qualche cocente sconfitta.

Non sempre il mondo degli outsourcer ha condiviso questi percorsi. Spesso hanno anteposto gli interessi delle

singole aziende piuttosto che la costruzione di un ecosistema degli appalti di call center sano.

Perché, per dirla tutta, ogni volta che si bandisce una gara al massimo ribasso c’è sicuramente qualcuno che

impone condizioni ingiuste ma c’è anche qualcuno che quelle condizioni le accetta per prendere lavoro ai

propri concorrenti. Una rincorsa senza fine che ha visto molti outsourcer percorrere la strada della contrazione

forzata dei salari pur di assecondare le politiche ribassiste della committenza.

Oggi questa strada non è più percorribile.

Quella che abbiamo presentato è una piattaforma che noi e molte migliaia di lavoratori riteniamo essere la

giusta richiesta per un settore che da troppo tempo paga i risultati dell’assenza di visione industriale.

Vengano le controparti a discutere e confrontarsi, in una logica di equilibrio sano e costruttivo piuttosto che

minacciare il cambio di contratto. Abbiano il coraggio di esporre il proprio punto di vista. Se invece il tema è la

ricerca del massimo risparmio, beh, non è una strada che possiamo accettare.

Le Segreterie Nazionali

SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL

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